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XXXIV

Quella brigata gentile sapeva benissimo
chi era a piangere il proprio destino nel destino
di un altro, mentre un nuovo dolore egli cantava
con accenti di terra sconosciuta;
la triste Urania osservò lo Straniero e mormorò: "Chi sei?"
Lui non rispose, ma con mano rapida
scoprì la fronte marchiata e insanguinata, che apparve
simile a quella di Cristo o di Caino - oh, che doveva essere
proprio così! Che voce più soave è fatta tacita

Well knew that gentle band
who in another's fate now wept his own,
as in the accents of an unknown land
he sung new sorrow; sad Urania scanned
the Stranger's mien, and murmured: "who art thou?"
He answered not, but with a suddend hand
made bare his branded and ensanguined brow,
which was like Cain's or Christ's - oh! that it should be so!
What softer voice is hushed


XXXV

là sopra il morto? Su quale fronte è gettato quel mantello
nero?
Quale forma s'appoggia tristemente al bianco letto
di morte ad imitare la pietra d'una statua, e opprime col suo peso
senza un gemito il cuore pesante? Se è Lui che più gentile
fra tutti i saggi fece da maestro, e placando
e amando rese onore a colui che è scomparso, che io
non turbi più con i miei dissonanti sospiri il silenzio
del sacrificio accettato di quel cuore.
Il nostro caro Adonais ha bevuto il veleno.

over the dead?
Athwart what brow is that dark mantle thrown?
What form leans sadly o'er the white death-bed,
in mockery of monumental stone,
the heavy heart heaving without a moan?
If it be He, who, gentlest of the wise,
taught, soothed, loved, honoured the departed one,
let me not vex, with inharmonius sighs,
the silence of that heart's accepted sacrifice.
Our Adonais has drunk poison - oh!


XXXVI

Oh, che sordo vipereo assassino poté coronare
con un simile sorso d'affanno la coppa
precoce della Vita? Il verme senza nome ora vorrebbe
sconfessare se stesso: sentì e potè sfuggire il tono magico
il cui preludio serrava l'invidia e tutto l'odio e il male,
salvo ciò che ululava in un unico petto, silente
in attesa del canto, la cui mano
maestra è fredda, e la cui lira d'argento è scordata.
Vivi, tu la cui infamia non è la tua fama! Vivi!

What deaf and viperous murderer could crown
life's early cup with such a draught of woe?
The nameless worm would now itself disown:
it felt, yet could escape, the magic tone
whose prelude held all envy, hate, and wrong,
but what was howling in one breast alone,
silent with expectation of the song,
whose master's hand is cold, whose silver lyre unstrung.
Live thou, whose infamy is not thy fame!
Live!